Link volume 1/2-2018
Gli articoli interni
Editoriale
Vito Tummino
La nascita della scienza psicologica alla fine dell’Ottocento e l’affermarsi di un metodo psicoterapeutico, quale la psicanalisi, hanno evidenziato la sostanziale uguaglianza tra gli individui, non nell’accezione delle culture sociologiche, antropologiche e religiose ma nell’essenza dell’essere. Freud ci invita a riflettere sui valori e sui bisogni individuali emersi durante l’indagine psicologica con la scoperta dell’inconscio: una scatola nera che influenza comportamenti fino a quel momento inintelligibili e che invece rappresentano dei “determinanti” della natura umana che accomunano culture, generi e religioni differenti.
Giustizia riparativa: gestire i conflitti, riparare l’offesa
GRAZIA MANNOZZI
La giustizia riparativa è una modalità di gestione dei conflitti alternativa a quella penale; essa rinuncia alla ritorsione e alla logica di vendetta per adottare un approccio dialogico volto a favorire la riparazione dell’offesa e la riconciliazione. La diversità dell’assunto di partenza fa sì che la giustizia riparativa richieda un nuovo linguaggio, nuove categorie giuridiche, nuove norme, nuovi esperti (mediatori, facilitatori), nuove modalità di formazione. Dopo aver proposto le più accreditate definizioni internazionali di giustizia riparativa, vengono pertanto analizzate le sfide che la giustizia riparativa pone in campo linguistico, giuridico e culturale.
Perché vogliamo vendicarci? Un approfondimento sul comportamento vendicativo
ALESSIO ANGELO GRILLO
Il comportamento vendicativo, seppur ritenuto socialmente inaccettabile, fa parte dell’essere umano. È presente non solo a livello soggettivo, ma si manifesta anche in molti contesti sociali e artistici. Poiché strettamente legato alla rabbia e al narcisismo, possiede una carica emotiva molto forte. Questo comportamento ha sia una dimensione individuale che collettiva, e può spingere l’individuo o un gruppo alla vendicatività. Il presente articolo ha lo scopo di illustrare il concetto di vendetta e le sue tipologie, il suo funzionamento e le teorie che hanno caratterizzato questo fenomeno.
Psicologia e psicoterapia in Germania dal 1918 al 1945
GIOVANNI CAVADI
La psicologia in Germania fino al 1918
La psicologia scientifica nacque in Germania con l’opera di Fechner G.T. (1801-1887),
Ebbinghaus H. (1850-1909), Müller G.E. (1850-1834) e Brentano F. (1838-1917).
Il primo laboratorio fu fondato da Wundt W. (1832-1920) nel 1879 all’Università di
Lipsia.
Sorsero altri laboratori a Gottingen nel 1881, fondati da Müller, a Berlino nel 1886 da
Ebbinghaus, a München da Stumpf C. (1848-1936) nel 1889, a Breslau da Ebbinghaus
nel 1894 e a Würzburg da Külpe O.(1862-1915) nel 1896. Nel 1918 Hirschfeld M.
fondò a Berlino l’Institute für Sexulforschung e descrisse per primo il travestitismo,
cioè il piacere di indossare indumenti del sesso opposto. Nel 1920 Kiorkowski e
Lipmann O. (1880-1933) fondarono a Berlino l’Institut der anwenden Psychologie per
la ricerca psicologica applicata.
Rischio psico-sociale e stress lavoro-correlato
FRANCESCO LUCÀ, ALESSANDRA PAPALIA, MARIO SELLINI
La valutazione del grado di Rischio Psico-Sociale e Stress Lavoro Correlato commissionata dal Sindacato Nazionale Area Radiologica, per un totale di 176 radiologi, è stata realizzata utilizzando il “Questionario Rischio Psicosociale e Stress Lavoro Correlato” (European Foundation for the lmprovement of Living and Working Conditions). La somministrazione è stata effettuata in occasione di due eventi formativi:
21104117 - Problematiche gestionali e medico-legali In Radiologia (Sezioni: Etica e Radiai. Forense Gestione risorse in Radiologia) CIO Casa dell’Area Radiologica;
19105117 - Gestire il cambiamento: l’area Radiologica nelle Aziende Sanitarie Cio Auditorium S. Gaetano di Padova.
Pertanto non è finalizzata, ai sensi dell’art. 28 del D. Lgs. 81108, alla valutazione dei Rischi psico-sociali e Stress Lavoro-correlato. Ha puramente lo scopo di fotografare le problematiche rilevabili all’interno del gruppo e individuare i fattori di rischio e di stress.
Psicopatia e antisocialità: il dilemma di una classificazione. Criteri nosografici e psicodiagnostici
GIAN-PAOLO MAZZONI
Contesto: I disturbi di personalità costituiscono una rilevate e severa condizione psichiatrica, oggetto recentemente di importanti studi. In particolare il Disturbo di Personalità Antisociale/Psicopatia costituisce un’area di indagine complessa e scivolosa, che si lega al fenomeno sociale del comportamento criminale.
Obiettivo: Il presente lavoro si colloca nella prospettiva di indagare aspetti di questo quadro psicopatologico e alcune caratteristiche ad esso connesse, all’interno di uno spaccato del sistema penitenziario italiano.
Metodo: Per tale indagine è stata impiegata la PCL-SV di Hart et al. (1995) affiancata dall’MMPI-2 (Pancheri, & Sirigatti, 1995) strumenti utilizzati per la valutazione diagnostica e l’assessment della personalità criminale.
Comorbilità fra disturbi da uso di sostanze, addiction, disturbi dell’alimentazione e altri disturbi mentali: una sfida per la pratica clinica
UMBERTO NIZZOLI
La dipendenza patologica è quella condizione in cui l’individuo ha bisogno, assolutamente, di avere, immediatamente, la cosa che manca (che crede fermissimamente che gli manchi), che brama, come esige la madre di tutte le dipendenze. La dipendenza patologica ha una estesa comorbilità interna o esterna. Anche se l’EBM è “integrare l’esperienza medica con le migliori prove della letteratura scientifica”, di solito c’è un enorme divario tra la ricerca e la pratica clinica. Mappare la complessità della comorbilità (disturbo da uso di sostanze e altre malattie mentali, disturbo da uso di sostanze e disturbi alimentari, disturbi da uso di sostanze, disturbi alimentari e altre malattie mentali), aiuta i professionisti a concentrarsi maggiormente sulle reali esigenze del paziente e del suo contesto.
Desiderio di un figlio e Mappa Esistenziale: tipologia delle coppie
che afferiscono ad un percorso di PMA
MARISA D’ARRIGO, OLIMPIA MIRAGLIA, NICOLA IANNANTUONI, CATERINA CAPUOZZO
Premessa Questo articolo nasce da una ricerca effettuata presso la UOSD di Fisiopatologia della Riproduzione Umana dell’Ospedale “Santa Maria delle Grazie” di Pozzuoli (NA) a cui afferiscono coppie con problematiche procreative e che intraprendono un percorso di PMA di tipo omologo di I e II livello.
Un’Unità Operativa di tale genere è una struttura molto particolare: le persone che vi accedono non sono “costrette” da un male fisico, da una minaccia di vita o di invalidità; ciò che le “spinge” è il desiderio. Quelli che varcano la soglia di un centro di PMA, infatti, sono pazienti feriti nell’anima, spesso carichi di rabbia e vergogna e portatori, appunto, di un desiderio. Del resto, per come siamo stati programmati, è dal desiderio (desiderio sessuale e desiderio biologico di riprodursi) che nasce la vita.
Studio sulle culture professionali degli operatori della salute mentale in Italia
AMBRA BERETTI
È sempre più evidente che la cultura professionale degli operatori psichiatrici sia determinante nei percorsi terapeutici degli utenti dei servizi della salute mentale, pertanto si è ritenuto necessario creare una scala adeguata a valutarne i diversi aspetti. Dopo la fase pilota svoltasi in Canada ed Italia, la versione definitiva del Bicocca Mental Health Professional Culture Inventory (BMHPCI), inserita in un questionario più ampio, è stata somministrata a 213 operatori. I dati rilevati sono stati codificati ed analizzati: è stato effettuato un Test-Retest, un’analisi delle componenti principali (PCA), il calcolo dell’Alpha di Cronbach, la valutazione della validità convergente e divergente.
Un progetto sperimentale: percorso psicomotorio di gruppo integrato
all’intervento psicologico sulle emozioni
ISABELLA CARDANI, CYNTHIA LA MANNA, FEDERICA DELSANTE, MARIA GIULIA NOSEDA
Obiettivo: mostrare, in termini qualitativi, un lavoro sperimentale svolto presso la Neuropsichiatria dell’Infanzia ed Adolescenza di Como con un gruppo di bambini tra i 9 e 10 anni accomunati da un ritardo nello sviluppo, causato da una sindrome specifica o dalla nascita prematura con conseguente sofferenza.
La 3D Therapy® applicata nella psicoterapia con i bambini
MARIANNINA AMATO
Il “prendersi cura dell’anima” è la traduzione letterale di psiché e therapeia, significa infondere nell’anima il soffio vitale. Soffio vitale che si sviluppa e si incorpora con l’atmosfera empatica vitalizzata all’interno del setting terapeutico, elemento basilare del processo di cambiamento.
Per una cura senza frontiere. Le nuove sfide legate al fenomeno migratorio
VITTORIA SPELTONI
Dalla fine della guerra fredda ad oggi, il nuovo assetto geopolitico ha vissuto uno straordinario movimento migratorio. Uso il termine straordinario perché è appunto fuori dall’ordinarietà: rispetto ai movimenti migratori antecedenti l’attuale boom della globalizzazione vede spostamenti di uomini, pensieri e cose da e verso ogni direzione. Più per convenzione che per dati realistici distinguiamo due cause principali: l’impossibilità di vivere presso il paese di origine a causa di guerre e violenza politica che costringono le persone a lasciare la propria terra; la volontà di cercare nuove possibilità economiche, l’aspettativa di una vita sociale e professionale migliore rispetto a quella del paese di provenienza. Parliamo in questo secondo caso di migrazioni economiche.
Neuroscienze e Teoria della mente applicate all’arte
LIDIA SCAGLIONE
Figli del tempo
MARICETA GANDOLFO
«Che cos’è il tempo?» si chiedeva sant’Agostino; «Se me lo chiedi lo so, ma se mi chiedi di definirlo non lo so più».
La difficoltà di sant’Agostino è quella di tutti noi. Tutti sappiamo intuitivamente cosa sia il tempo, è una delle prime cose che cogliamo, sembra che sia una conoscenza innata in noi almeno una delle più facili da cogliere, anche senza uno specifico apprendimento, tanto che bambini anche molto piccoli riescono a capire cos’è il “domani” e l’“oggi”.
«Oggi non posso portarti alla villa per giocare, ci andremo domani».
Eppure se proviamo a definire cos’è il tempo ci imbattiamo nelle stesse difficoltà di sant’Agostino, la definizione ci sfugge, non sappiamo in quale categoria incasellarlo. Il tempo è una “cosa”? Ha una sua realtà ontologica? E se è una cosa che tipo di cosa è?
Recensioni
GIOVANNI CAVADI
Luigi Dotti & Giovanna Peli. Storie che curano. Lo psicodramma pubblico. Prefazione di Monica Zuretti. 2011, pp. 172, Franco Angeli, Milano, euro 22,00.
Questo libro è la sintesi dell’esperienza di dieci anni di rassegne di psicodramma pubblico continuativo, in cui si intrecciano elementi teorici, tecnici ed esperienziali ed è rivolto sia ai professionisti delle relazioni umane che alle persone comuni che hanno conosciuto lo psicodramma.
Hiroshige: visioni dal Giappone
ROSA DE ROSA
Le celebrazioni del centocinquantesimo anniversario dei rapporti bilaterali Italia- Giappone, iniziate con la grande mostra di Milano a Palazzo Reale: “Hokusai, Hiroshige, Utamaro (settembre 2016 gennaio 2017)2, si sono concluse con la mostra monografica Hiroshige, Visioni dal Giappone a Roma, alle Scuderie del Quirinale (dal 1 marzo al 29 luglio 2018)3. Anche la città di Bologna ha reso omaggio al Giappone, con un’altra mostra Giappone. Storie d’Amore e Guerra (Palazzo Albergati, dal 24 marzo al 9 settembre 2018). La mostra delle Scuderie del Quirinale, con una selezione di circa 230 opere, tra silografie policrome e dipinti su rotolo, divisa in sette percorsi tematici, ha, in modo più ampio ed esaustivo, fatto conoscere l’attività artistica e culturale di Utagawa Hiroshige (Edo 1797/1858), uno dei più importanti artisti del ukiyo-e4, le “immagini del mondo fluttuante”, che raccontano i piaceri effimeri e fuggevoli della vita terrena con i quali si divertiva, tra Seicento e Ottocento, la nuova borghesia di Edo, l’antica Tokyo.